Il testamento autografo di Maddalena Narducci (sec. XVI sec)

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Perugia, Archivio di San Pietro, Testamento olografo di Maddalena Narducci 

Nel marzo 1476 Maddalena Narducci scrive di proprio pugno un testamento, che in un secondo momento verrà copiato da un notaio, ma sempre in volgare, in modo che la stessa Maddalena possa controllarne il contenuto. Alle prese con una faida familiare, Maddalena si dimostra estremamente decisa, arrivando a maledire e diseredare figli e figlie: «Item poy io privo la malingna Brigida et la malingna Bonifatia che non agiano del mio più che cinque solde per huna per la loro ingratitudine…».  

Biblioteca Augusta

via delle Prome,5

Maddalena Narducci, proveniente da una nota famiglia di mercanti, andò in sposa a Mariotto Baglioni della Brigida, entrando quindi a far parte della casata Baglioni, anche se di un ramo minore. Nel 1476 Maddalena redasse un testamento estremamente interessante per due ragioni: in primo luogo si tratta di un documento autografo, scritto cioè dalla stessa Maddalena, affinché potesse essere sicura che le sue volontà non venissero modificate da un eventuale notaio al quale, tradizionalmente, veniva affidata la redazione dei testamenti; in secondo luogo il documento testimonia la messa in atto di un principio previsto dalla giurisprudenza medievale ma poco praticato, l’exhereditatio filiorum, ossia la diseredazione dei suoi figli e figlie, accusati dalla stessa Maddalena di aver tentato di ucciderla. Decisa dunque a non favorire in alcun modo la propria progenie, Maddalena nominò erede universale l’abbazia di San Pietro, pur essendo lei ancora in vita: l’abate avrebbe avuto quindi l’obbligo di mantenerla. A questa prima redazione ne seguì una seconda, redatta dal notaio Francesco di ser Corrado di Assisi, sempre in volgare, di modo che la Narducci, leggendola, potesse accertarsi che le sue volontà venissero rispettate. La redazione definitiva, la terza, fu redatta nel 1485 e mostra un atteggiamento più mite da parte di Maddalena nei confronti dei suoi parenti.

Simone Piselli