Ottavia Furiosa di Giovan Battista Marzi.
A mo’ di premessa alcuni componimenti poetici di autori vicini al noto drammaturgo, tra questi, Francesca Turrini Bufalini, poetessa e donna notabile

Sala Studio Ateneo Unipg

via Mazzini

Francesca Turina Bufalini, nasce a San Sepolcro nel 1551 e, nonostante la scarsa istruzione giovanile, partecipa alla vita culturale degli ambienti culturali tifernati, perugini e romani. Francesca è membro di quattro accademie: degli Accinti e degli Agitati di Città di Castello, degli Insensati di Perugia, nonché degli Incitati di Roma (di cui fu membro anche il Tasso). Nel 1640 completò un lungo poema, Florio, basato sul Filocolo di Boccaccio, ma morì nel 1641, lasciando l’opera inedita.

Francesca è la prima poetessa a descrivere nel dettaglio la sua vita, in una serie di sonetti autobiografici: i fatti evocati trovano pieno riscontro nell’Archivio Bufalini, conservato presso il Castello Bufalini di San Giustino. Francesca non riceve un’educazione classica, ma trova comunque l’ispirazione poetica nel proprio vissuto, che le mostra temi inediti, introvabili nelle poesie delle petrarchiste che la precedono. Descrive la sua nascita, la morte del padre e della madre, i suoi dolori di orfana, gli sfoghi al contatto con la natura selvaggia che circondava il castello dello zio, le gare sportive con le pastorelle, l’andar a cavallo, a caccia, e poi il suo matrimonio, il dolore per l’aborto del primo parto, la gioia materna per la tanto desiderata nascita di un bambino, l’amore gioioso per i figli e poi per i nipoti, la tristezza vedovile, l’ansia materna per il figlio che parte per la guerra, la discordia fra i figli ormai uomini, e la tragica morte del più giovane. Giulio Bufalini, suo consorte, morendo, lascia un testamento insolito per quei tempi: nomina Francesca unica esecutrice e amministratrice di tutti i beni, nonché guardiana dei figli minorenni. Così Turina diviene capo di tutta la famiglia.

Aurora Caporali