Paola figlia di Bartolo da Sassoferrato (fine XIV sec.)
Primo e ultimo testamento di Paola, figlia del grande giurista Bartolo di Sassoferrato
Biblioteca Augusta
via della Prome, 5
Paola, figlia di Bartolo da Sassoferrato e di Giacoma alias Pellina Bovarelli, vedova di Nicola Ranieri, noto giurista di nobile famiglia perugina, lascia ben cinque testamenti, più un codicillo, dettati al notaio Cola di Bartolino tra il 1399 e il 1420. In essi il quadro parentale è piuttosto ampio: le tre sorelle (Santa, Francesca e Nella) e i due fratelli (Francesco e Allovige); la figlia Vanna moglie di Corniolo della Cornia, l’autore della Divina Villa; le tre amate nipoti, figlie del fratello Bartolomeo premorto. Tutte e tutti variamente compaiono e sono ricordati nei testamenti, tanto che si può dire che la figlia del grande giurista, in quel suo voler riscrivere e revocare, testare e codicillare, presenta una caratteristica propria dei ‘grandi testatori’, uomini e donne: le loro ultime volontà diventano davvero tali solo quando la morte interviene a troncare la ‘passione’ testamentaria. Nell’ultimo e definitivo testamento prendono sempre più spazio i legati pii, in primo luogo al convento di S. Francesco al Prato (continuazione del legame che era stato del devoto padre), e soprattutto compare tra gli esecutori la ministra del Terz’Ordine di san Francesco, al quale evidentemente Paola aveva aderito al declinare della vita. Nel nuovo equilibrio tra affetti e religione, tra il caritativus amor verso le superstiti donne di casa Alfani, Bovarelli, Ranieri, la fedeltà alla tradizione paterna e la scelta della devozione francescana, Paola si avvale in pieno dei suoi ‘margini di libertà’.
Maria Grazia Nico