Una medichessa nella Perugia del Quattrocento

Perugia, Archivio di Stato, Archivio Storico del Comune di Perugia, Consigli e Riformanze, reg. 87, c. 117r; 88, c. 73v; 89, cc. 133v-134r; 91, cc. 26v-27r; 92, c. 8v; 93, c. 15r.
Le richieste della magistra Iohanna sono registrate nei verbali di vari consigli comunali tenutisi fra il 1451 e il 1457. Nell’immagine il verbale del 30 settembre 1451 nel quale è registrata la prima supplica della medichessa ai priori della città.
Città del Sole
via Oberdan, 55
IOHANNA UXOR FRANCISCI DE URBEVETERI, MAGISTRA OSSIUM FRACTORUM ET DELOCATORUM
Giovanna, moglie di Francesco di Orvieto, viveva e lavorava a Perugia con il marito medico pratico ortopedico. Rimasta vedova porta avanti la professione del coniuge e nel 1451 chiede al Comune di poter ricevere un sussidio per proseguire nella propria opera di aranconciare le ossa rotte a chi ne ha bisogno. Racconta di vivere a Perugia da nove anni e spera ancora, per lo venire sine a la morte, stare nella vostra magnificha cita de Peroscia. Giovanna si rivolge ai priori con una supplica scritta in volgare, ma con i toni e il ritmo del parlato, nella quale si fa riferimento all’estrema povertà nella quale dice di vivere. La magistra ha però ben presente che a Perugia tucte di et per omne tempo se fanno de grande e buone limosene a li besognose e ponere pecunie per l amore de le Onnipotente Eddio e dunque non ha timore, dati anche i suoi servigi ai cittadini, a chiedere una provisione e limosena annale.
I priori, come in effetti facevano con altri medici pratici in città, concedono anche a Giovanna un sussidio in grano, pari a cinque ceste per l’anno 1451 e per il 1452, poi scese gradualmente a quattro, tre e infine due nel 1457, l’ultima traccia che ha lasciato nella documentazione perugina.
Erika Bellini