Elisabetta Guidalotti, il collegio studentesco della Sapienza Nuova e il polittico dei Domenicani (sec. XV)

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria, Beato Angelico, Polittico Guidalotti (1438)

Il Polittico Guidalotti di Beato Angelico testimonia i raffinati gusti artistici di Elisabetta Guidalotti, che probabilmente commissionò anche la Pala della Sapienza Nuova di Benozzo Gozzoli.

Cartolibreria Morlacchi

piazza Francesco Morlacchi, 15

Appartenente alla importante casata perugina dei Guidalotti, Elisabetta visse in un clima culturale particolarmente fecondo. Sorella del famoso giurista, vescovo e vicecamerlengo della Camera Apostolica Benedetto Guidalotti, sposò Bartolomeo, figlio di Onofrio Bartolini, altro importante giurista dello Studium Perusinum. È assai probabile che Elisabetta abbia sostenuto il progetto avviato nel 1427 dal fratello Benedetto per la fondazione di un secondo collegio studentesco in città: la cosiddetta Sapienza Nuova, così chiamata per distinguerla dalla più antica Domus Sapientiae, risalente agli anni Sessanta del XIV secolo. Sembrerebbe infatti che nel 1447, a quasi vent’anni di distanza dalla morte di Benedetto, avvenuta nel 1429, sia stata Elisabetta a commissionare a Benozzo Gozzoli una tavola destinata alla cappella di San Girolamo del Collegio della Sapienza Nuova. Nello stesso periodo, nel quale evidentemente Elisabetta era inserita nell’élite culturale perugina, ingaggiò fra’ Giovanni da Fiesole detto Beato Angelico, per la realizzazione di un grande polittico da esporre nella cappella di famiglia, dedicata a San Nicola, nella chiesa di San Domenico, nella quale era stato eretto il monumento funebre del fratello Benedetto. Il ricorso a due pittori di fama, il Beato Angelico in particolare, che negli anni in cui realizzò il polittico perugino (1447-1448) era attivo tra Roma e Orvieto, dopo aver affrescato il convento di San Marco in Firenze su incarico di Cosimo de’ Medici (1440-1445) – dimostra che gli orizzonti culturali di Elisabetta travalicavano il ristretto ambito locale con uno sguardo attento alle più importanti corti dell’epoca. Elisabetta morì nel 1460.

Stefania Zucchini